Prendete le migliori uve di bosco, albarola e vermentino prodotte nelle zone più vocate dove, nel caso delle Cinque Terre, vocato spesso coincide con impervio e raggiungibile solo a piedi.
Lasciate appassire per circa 40 giorni questi grappoli preziosi (chi le appende, chi le stende, la tecnica varia da vignaiolo a vignaiolo ma la cura certosina è la stessa.).
Aspettate almeno due anni e finalmente questa creatura sarà pronta a portare il nome più prestigioso: Sciacchetrà, il vino passito che imbandisce le tavole dei re.
A questo straordinario simbolo del nostro paesaggio è dedicato il primo ultratrail del Parco, Sciacchetrail appunto, che vedrà tra i suoi patrocinatori il Consorzio a tutela del passito prodotto in piccole quantità alle Cinque Terre.
Il Consorzio Cinque Terre Sciachetrà che riunisce quindici produttori locali del prelibato vino ottenuto da un complesso processo di raccolta e lavorazione, sarà in piazza a Monterosso con i suoi vignaioli nel corso della kermesse sportiva (28-29 marzo 2015).
Lo scopo è far conoscere il prodotto Sciacchetrà ad un mercato più vasto – A confermarlo è il Presidente del Consorzio, Bartolomeo Lercari – Per questo – continua “Cheo” come viene chiamato nella sua amata Vernazza – abbiamo da subito sposato l’idea di un ultra trail, un evento di respiro internazionale che sapesse parlare il linguaggio universale dello sport. E non di uno sport qualsiasi ma di una disciplina intimamente legata all’unicità e alla non replicabilità del paesaggio, alla tutela del bene che attraversa, come lo è la corsa in natura. Spesso, infatti, si identificano le Cinque Terre solo come una meta turistica dimenticando che la sua essenza più profonda è essere terra del vino.
Non coppe o targhe per i vincitori delle categorie di gara ma un vero gesto di riconoscenza: le preziose bottiglie di Sciacchetrà.
La proverbiale tirchieria dei Liguri a Sciacchetrail sarà dunque completamente sfatata. Che poi non è tirchieria è la parsimonia di chi custodisce una cosa preziosa.
MARZIA VIVALDI